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"Sindaco di Vico Equense condannato per tentato abuso d'ufficio, sospendetelo"
Sos della minoranza al prefetto 4 mesi dopo la sentenza di primo grado contro Gennaro Cinque


«Sospenda il sindaco Gennaro Cinque, condannato a 9 mesi di reclusione per tentato abuso d’ufficio». La lettera inviata d’urgenza al prefetto di Napoli, Andrea De Martino, porta la firma dei consiglieri comunali di minoranza Claudia Scaramellino, Natale Maresca e Aldo Starace. Documento che va definitivamente a sparigliare le carte e a far alzare la tensione. La guerra, ormai, è totale. Aspra, strisciante, con polemiche all’ordine del giorno. Anzi, delle ore. Soprattutto dopo che il bando per i servizi di raccolta e spazzamento dei rifiuti è stato bollato come irregolare dall’Autorità di vigilanza sui contratti che ha bocciato la procedura seguita dai Comuni di Vico Equense e Meta.

L’opposizione, oggi, rompe definitivamente gli indugi e chiede la testa del primo cittadino. E costruisce la sua «requisitoria» sulla condanna in primo grado di Cinque: 9 mesi per tentato abuso d’ufficio per il noto caso Patierno. Una storia lunga, intricata.
Al centro del processo che ha visto Cinque condannato c’è il manufatto abusivo, di proprietà di Mariangela Migliaccio, fatto costruire in località Patierno. Il Comune ordinò l’abbattimento, ma la proprietaria decise di ricorrere al Tar della Campania per ottenere l’immediata sospensione del provvedimento ma il tribunale diede ragione all’ente comunale con le ruspe pronte a far capolino per abbattere la struttura. La Migliaccio si appellò al Consiglio di Stato e l’amministrazione Cinque nominò l’avvocato Benedetto Castellano per perorare la causa del Comune. Nomina secondo la Procura incompatibile con l’incarico, in virtù della parentela fra il legale e la proprietaria del manufatto. Nell’ambito di quel procedimento il sindaco avrebbe incaricato il geometra Petraccone, in servizio all’ufficio lavori pubblici, di effettuare un sopralluogo al fine di redigere una relazione sullo stato dell’immobile. Il primo cittadino, secondo i magistrati, tentò di commettere un abuso di ufficio, in quanto la competenza per richiedere quell’attività tecnica competeva al dirigente dell’Utc. Si presentarono davanti ai giudici del Consiglio di Stato due relazioni, una redatta da Petraccone - secondo l’accusa, più favorevole al privato - un’altra dell’ufficio urbanistica. Alla fine il Consiglio di Stato si pronunciò in favore dell’ente e ritenne legittima l’ordinanza di abbattimento. Una decisione che, tuttavia, non ha fermato il procedimento penale a carico di Cinque e altri tre imputati: Petraccone, la Migliaccio e Castellano.
La sentenza di primo grado arrivò lo scorso ottobre. Cinque condannato a 9 mesi, 6 per Petraccone e la Migliaccio mentre l’avvocato Castellano fu assolto.
Il sindaco di Vico Equense ha già presentato ricorso ma l’opposizione non ci sta e spinge per la sospensione dell’incarico del primo cittadino. Che finora non ha replicato agli attacchi.
di SALVATORE DARE fonte Metropolisweb.it

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