Albert

Solo quelli che sono così folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero. (Albert Einstein)

"Non sono andato via , sono lì, sento, osservo e guardo, dobbiamo cambiarlo questo Paese è ognuno di voi deve fare la propria parte." (Beppe Grillo)

La scuola pubblica è gratuita !

Purtroppo in questi ultimi anni, assistiamo sempre più all'aumento dei costi per poter far frequentare la scuola pubblica ai nostri figli. In molti, ad iniziare dai Dirigenti Scolastici, sembrano aver dimenticato quanto sancito dall'articolo 34 della Costituzione e, cioè:
La scuola è aperta a tutti. 
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. 
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso."

Di anno in anno, invece, si registrano sempre maggiori spese a carico delle famiglie. 
Oltre al costo dei libri, del materiale didattico, dei contributi volontari (diventati obbligatori in forma mascherata), delle spese di trasporto, delle spese per i viaggi d’istruzione etc., si sta aggiungendo, in molti istituti, un’ulteriore spesa, quella delle adozione (obbligo) di specifico vestiario scolastico o peggio di divise scolastiche.
Molte famiglie riescono a malapena a comprare il normale vestiario, figuriamoci se possono permettersi di comprare specifici indumenti per poter mandare i propri figli a scuola (secondo gli ultimi dati Istat, in Italia ci sono circa 4 milioni di famiglie indigenti, la maggior parte delle quali residenti nelle regioni meridionali)

Il Movimento 5 Stelle è da sempre attento ed impegnato a far si che quanto sancito dalla costituzione torni ad essere la regola ovvero, la scuola pubblica è gratuita e nulla deve essere chiesto alle famiglie per poter assicurare la formazione dei propri figli.


I CONTRIBUTI SCOLASTICI SONO VOLONTARI E NON POSSONO ESSERE IMPOSTI!
Il contributo volontario richiesto dai dirigenti scolastici alle famiglie si sta trasformando in una tassa d’iscrizione occulta senza esoneri e detrazioni fiscali per gli avanti diritto, in tanti casi richiesta con procedure poco trasparenti e coercitivi.
INFO PER LE FAMIGLIE
LA DIFFERENZA TRA TASSE E CONTRIBUTI 
I contributi scolastici sono diversi dalle le tasse scolastiche erariali: le prime sono obbligatorie nell’ultimo biennio delle scuole secondarie superiori; le seconde vengono richieste, come contributo volontario, dall’istituto per arricchire l’offerta formativa.
LA CIRCOLARE DEL MIUR SUL CONTRIBUTO SCOLASTICO 
In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità, il MIUR stabilisce che non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, etc.). Eventuali contributi possono dunque essere richiesti solo ed esclusivamente quali contribuzioni volontarie con cui le famiglie, con spirito collaborativo e nella massima trasparenza, partecipano al miglioramento e all’ampliamento dell’offerta formativa degli alunni, per raggiungere livelli qualitativi più elevati. E’ pertanto illegittimo, e si configura come una violazione del dovere d’ufficio, subordinare l’iscrizione degli alunni al preventivo versamento del contributo.



Sei un dirigente scolastico e hai carenza di risorse per il tuo istituto? Sappi che il M5S nella scorsa legislatura si è impegnato con alcuni suoi esponenti ed in particolare con Luigi Gallo (oggi Presidente della VII Commissione Parlamentare - Cultura, Scienza e Istruzione), a contrastare il fenomeno dei contributi volontari, chiedendo al Miur di assicurare uno stanziamento maggiore al Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche (FIS), nella misura di 300 milioni di euro, in modo tale da garantire alle scuole i fondi sufficienti per le attività curriculari.
Per rimuovere gli ostacoli al diritto allo studio il problema va preso di petto, attraverso misure chiare e concrete, a partire dalla definizione dei livelli essenziali di prestazione su base nazionale, come già previsto dalla Costituzione e dalla stessa legge delega. Si tratta di un presupposto fondamentale per superare le disuguaglianze territoriali e garantire in modo omogeneo i servizi scolastici su tutto il territorio. Altro passaggio fondamentale sarebbe l’istituzione del fondo per il diritto allo studio per l’intero percorso scolastico all’erogazione dei servizi di trasporto, assistenza, mensa, istruzione domiciliare o in ospedale, strumenti didattici, a cui possano attingere gli enti locali. Attraverso questo fondo e un’integrazione al Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche (FIS) si potrebbe davvero scrivere la parola fine alla piaga rappresentata dalla tante richieste fatte dalle scuole a carico delle famiglie.


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